Nazareno Manuel Nicoletti usa gli stilemi del cinema di denuncia neorealista e al contempo ci sorprende con una regia quasi fiabesca.
Mario Turco
Il nuovo lavoro è un oscuro viaggio nella periferia di Napoli, specchio di una globalizzazione spietata, girato senza compromessi estetici e narrativi, ma con grande, grandissima fiducia nello spettatore.
Massimo Lechi - Filmdoc
Non è un semplice viaggio nella memoria Moj brate o almeno non lo è soltanto. È invece un lavoro dove la materia stessa dell’immagine porta numerose ferite.
Simone Emiliani
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Nicoletti non prende scorciatoie, riprende, cura gli effetti, monta, cura il suono e il colore del suo film, utilizza l’obiettivo e sembra lo faccia respirare.
Antonello Catacchio
«Hauntology» è il termine che mi è venuto alla mente vedendo l’opera seconda di Nicoletti. Non nel senso coniato da Derrida, ma nell’accezione accolta dal mai abbastanza rimpianto Mark Fisher: la nostalgia di un futuro appena fuori dalla nostra portata e l’impossibilità del presente.
Roberto Roversi - Presidente Nazionale Ucca
Così è la vita, tanto impetuosa quanto dispersa, disseminata. Come le ceneri di una persona cara sparse in più punti del mondo, a mettere radici qui e altrove.
Lorenzo Esposito