Born in Ischia in the bay of Naples in 1988 , I graduated in CSC – Italian National film school after a degree in Modern Literature. As filmmaker I made shorts and feature films on the edge between reality, fiction and experimentation. In 2015 my first documentary feature Moj Brate was in competition in the Filmmakers of the Present in Locarno Film Festival. Four years later I won the rough cut lab at Visions Du Reél with my second documentary feature Up To Down, the only Italian movie in competition for the Crystal Globe at the 54th Karlovy Vary film Festival. In 2020 I was selected for Berlinale Talents during the Berlin Film Festival, an annual summit reserved for emerging talents from cinema and serial production. I am an EFA member, an Academy with the common aim of promoting European film culture. These activities culminate in the annual presentation of the European Film Awards.
Classe ’88, vissuto tra Napoli ed Ischia mi diplomo al Centro Sperimentale di Cinematografia. Come autore ho realizzato corti e lungometraggi che dialogano tra realtà, finzione e sperimentazione. Concorre nei Cineasti del Presente a Locarno 68 con Moj Brate – Mio Fratello. E vince il rough cutlab a Visions Du Reél con il mio secondo film documentario Up To Down, presentato in prima mondiale al 54° Festival di Karlovy Vary. Sono membro EFA, Accademia cinematografica che assegna annualmente i massimi riconoscimenti europei. Nel 2020 sono tra i selezionati al festival di Berlino per la Berlinale Talents, summit riservato ai talenti emergenti del cinema e della serialità.
2025 Stabat mater (announced) - 2025 Togliatti (pre-production) - 2019 Up to down - 2015 Moj Brate - 2014 Blackout - 2013 Suono Piano
2012 No Exit - 2011 Ranjani
Nazareno Manuel Nicoletti usa gli stilemi del cinema di denuncia neorealista e al contempo ci sorprende con una regia quasi fiabesca.
Mario Turco
Il nuovo lavoro è un oscuro viaggio nella periferia di Napoli, specchio di una globalizzazione spietata, girato senza compromessi estetici e narrativi, ma con grande, grandissima fiducia nello spettatore.
Massimo Lechi - Filmdoc
Non è un semplice viaggio nella memoria Moj brate o almeno non lo è soltanto. È invece un lavoro dove la materia stessa dell’immagine porta numerose ferite.
Simone Emiliani
Nicoletti non prende scorciatoie, riprende, cura gli effetti, monta, cura il suono e il colore del suo film, utilizza l’obiettivo e sembra lo faccia respirare.
Antonello Catacchio
«Hauntology» è il termine che mi è venuto alla mente vedendo l’opera seconda di Nicoletti. Non nel senso coniato da Derrida, ma nell’accezione accolta dal mai abbastanza rimpianto Mark Fisher: la nostalgia di un futuro appena fuori dalla nostra portata e l’impossibilità del presente.
Roberto Roversi - Presidente Nazionale Ucca
Così è la vita, tanto impetuosa quanto dispersa, disseminata. Come le ceneri di una persona cara sparse in più punti del mondo, a mettere radici qui e altrove.
Lorenzo Esposito